ALTRI IN "GIUSTIZIA"
 
 
 Intervento al congresso di Magistratura Democratica

Pubblicato da Redazione 08-02-2007 19:32
:: Giustizia
 

Il testo dell'intervento dei Giuristi Democratici al Congresso di Magistratura Democratica 8-11-febbraio 2007.

Il tema scelto per il Vostro Congresso nazionale appare particolarmente stimolante ed in assoluta consonanza con quelli che sono gli obiettivi che, dalla sua nascita, si è data l'Associazione Giuristi Democratici; da un lato, cioè, proporre modifiche normative che consentano una più corretta rispondenza ai principi costituzionali non ancora, o non completamente, attuati, e che determinino una miglior efficienza del sistema giustizia; dall'altro lato, mettersi a disposizione di chi è privato dei diritti che gli spetterebbero per tentare di renderli attuabili.
E' uno sforzo immane e che richiederebbe, per produrre risultati rilevanti, forze e collegamenti sociali e politici consistenti, sia per qualità che per quantità.
Ed è certo che i Giuristi Democratici, da soli, non hanno alcuna possibilità di scalfire quel blocco, sempre uguale a se stesso nonostante i cambiamenti di governo, rappresentato dal sistema-giustizia e che mira a perpetuare una situazione sempre più insoddisfacente; i tentativi fatti per interloquire con l'Unione nel momento della preparazione del programma sulla giustizia hanno prodotto ben scarsi risultati, peraltro vanificati, in buona parte, dalla entrata in vigore della Legge Bersani che ha previsto una riduzione dei fondi destinati alla giustizia, oltre che una serie di misure che ci sono apparse inaccettabili, nel momento in cui equiparano il servizio giustizia ad una merce, il cliente ad un consumatore e l'avvocato ad un mero imprenditore.
Se questa è l'attuale situazione, non certo migliorata dal progetto di legge Mastella, che non coglie la peculiarità e la rilevanza costituzionale della professione dell'avvocato nel rapporto con il cittadino, a maggior ragione appare indispensabile uno sforzo congiunto di tutti coloro che hanno a cuore la tutela dei diritti dei cittadini, con particolare riguardo ai meno protetti; ed è evidente che magistratura ed avvocatura siano tra i soggetti più direttamente interessati alla questione e debbano costituire l'elemento portante di un progetto di rinnovamento sinceramente democratico del sistema giustizia.
Ed invece, tra magistratura ed avvocatura assistiamo sgomenti ad una ormai lunga diatriba sulla nota questione della separazione delle carriere, presentata da una parte come la panacea di ogni male e vista, dall'altra, come il crollo definitivo di ogni baluardo di autonomia della magistratura; abbiamo più volte espresso il nostro parere sulla questione affermando, in assonanza con quanto da anni Livio Pepino sta dicendo inascoltato, che il problema deve essere affrontato in maniera laica, senza pregiudizi, ma tenendo conto della situazione locale e temporale in cui si opera; ed allora, in questa ottica, abbiamo espresso una valutazione negativa sulla separazione delle carriere, foriera, effettivamente, qui ed in questo momento, di rischi per l'indipendenza del P.M. rispetto all'esecutivo ed una valutazione positiva su una oculata separazione delle funzioni che elimini quei sospetti e quei rischi di commistione tra P.M. e Giudice che pure sono, in molti casi, reali.
Ci rendiamo conto di essere minoritari, all'interno dell'avvocatura, ma ciò non toglie che riteniamo giusto ed opportuno che questa posizione venga segnalata e conosciuta e magari che sulla stessa si possano coagulare una serie di forze, tra le quali anche M.D..
Seguendo, da invitato, la mailing list di M.D. (che trovo assai stimolante per molti aspetti), mi è parso di notare, però, la tendenza ad equiparare tutti gli avvocati in una valutazione negativa che trovo ingenerosa e, soprattutto, sbagliata politicamente.
Vorrei, cioè, che si potessero creare schieramenti trasversali tra magistratura e avvocatura sui grandi temi la cui soluzione ci occupa e ci preoccupa; ricordo che, in passato, i Giuristi Democratici (che allora, però, avevano una connotazione più politica ed ideologica di quanto non abbiano oggi) racchiudevano al loro interno sia avvocati che magistrati; oggi, la presenza di magistrati è assai limitata e finisce con il conferire alla nostra associazione un ruolo più limitato di minoranza dell'avvocatura.
Ed allora: è possibile, nel pieno rispetto delle proprie autonomie, lavorare ad un progetto che abbia come obiettivi:
1) il pieno rispetto e l'applicazione effettiva dei diritti sanciti dalla Costituzione per tutti i cittadini, con particolare riguardo ai meno abbienti ed ai meno protetti (lavoratori, tanto più se precari, extracomunitari, portatori di handicap ecc.).
2) promozione di tali diritti anche in ambito internazionale, con particolare riguardo all'area mediterranea.
3) la realizzazione di un processo, sia civile che penale, che garantisca al cittadino l'attuazione effettiva di quei diritti, in tempi ragionevoli, nel rispetto delle garanzie delle parti.
4) la promozione tra i cittadini di una cultura giuridica che consenta di meglio indirizzare e/o dimensionare la domanda di giustizia.
5) l'adeguamento della normativa codicistica alle mutate esigenze e sensibilità della società.
6) la creazione tra gli operatori di giustizia di una comune cultura della giurisdizione, che comprenda la cultura dell'accusa, quella della difesa e quella del giudicare.
7) l'eliminazione di quelle norme vergognose prodotte dal governo Berlusconi in materia di giustizia.
8) la creazione di momenti di confronto tra le forze politiche e l'associazionismo, che consentano alle prime di legiferare, ovviamente del tutto autonomamente, solo dopo aver potuto ascoltare le opinioni del secondo.
9) la richiesta di adeguare la quota di bilancio riservata alla giustizia alle effettive necessità del sistema.
10) impegno comune per la redazione di una carta costituzionale europea che salvaguardi i principi da noi acquisiti e che rappresenti uno stimolo per le nazioni più arretrate sotto questo profilo.
Questi sono, ovviamente, spunti per un dialogo assai impegnativo ed articolato, ma che potrebbe avere uno sbocco sicuramente positivo.
Il limitato tempo a disposizione in questa occasione mi impedisce di entrare maggiormente nei particolari della proposta di collaborazione.
Auguro a tutti Voi un buon lavoro.
Avv. Roberto Lamacchia
Portavoce Nazionale
Associazione Giuristi Democratici