L'Associazione internazionale dei giuristi democratici si unisce alla comunità internazionale nell'opporsi all'esecuzione di Saddam Hussein e riafferma che l'immediato ritiro delle truppe guidate dagli USA e la fine dell'occupazione sono prerequisiti per il restauro dello Stato di diritto in un Iraq sovrano.
1. Il processo e il verdetto sul caso Dujail sono stati illegittimi e in violazione del diritto internazionale. La procedura e il verdetto hanno costituito una caricatura della giustizia internazionale e un oltraggio allo Stato di diritto. Saddam Hussein e i suoi coimputati non hanno ricevuto,e non potevano ricevere,un processo corretto sotto l'occupazione illegale dell'Iraq.L'Alto tribunale iracheno, che ha reso le sentenze, era stato istituito dall'Autorità provvisoria della coalizione,e i suoi giudici nominati in diretta violazione del diritto internazionale.
2. La decisione della Corte d'appello di convalidare la condanna di Saddam e disporne l'esecuzione mediante impiccaggione, è stata una farsa.E'ovvio chela Corte d'appello non aveva intenzione,nel suo controllo, di applicare i principi di correttezza, indipendenza del potere giudiziario e imparzialità. Le fondamentali ed evidenti violazioni del diritto internazionale, specialmente i diritti dell'imputato ai sensi del Patto internazionale sui diritti civili e politici (art.14) durante il processo,hanno privato il processo di ogni apparenza di legittimità. La decisione della Corte d'Appello ha confermato che non c'è alcun rispetto del diritto sotto l'occupazione diretta dagli USA.
3. Eseguendo la condanna a morte, l'Iraq si aggiunge alla minoranza di sessantaquattro paesi (inclusi gli Stati Uniti) che violano il diritto umano alla vita. Ottantanove sono i paesi che hanno messo fuori legge la pena dimorte; undici ne permettono l'applicazione sono per delitti eccezionali, quali quelli compiuti sotto la legge militare o in tempo di guerra;ventiquattro paesi, che non l'applicano oramai da dieci o più anni, l'hanno di fatto messa al bando.
4. L'esecuzione di Saddam Hussein allontanerà la fine dell'occupazione e l'esistenza di un Iraq sovrano. L'esecuzione ha come scopo solo la distruzione dell'Iraq e del suo popolo e alimenta il conflitto e laviolenza di cui è responsabile l'occupazione.
5. Di fronte a una crisi politica e militare in via di deterioramento in Iraq, l'Amministrazione Bush vede l'esecuzione come una panacea. Ma uccidere Saddam Hussein non salverà l'Iraq per l'amministrazione Bush.Perfino il New York Times ha intitolato il suo editoriale, "Rovesciare Saddam Hussein non ha automaticamente creato un Iraq nuovo e migliore. Neanche ucciderlo produrrà un tale risultato".
L'Associazione internazionale dei giuristi democratici si unisce alla comunità internazionale nell'opporsi all'esecuzione di Saddam Hussein e riafferma che l'immediato ritiro delle truppe guidate dagli USA e la fine dell'occupazione sono prerequisiti per il restauro dello Stato di diritto in un Iraq sovrano.
Comunicato della International Association of Democratic Lawyers (IADL) - http://www.iadllaw.org/
Traduzione di Fabio Marcelli.