Lettera inviata il 20.10.2009 al Prefetto di Agrigento in relazione alla decisione di trasferire a Lampedusa la Commissione territoriale per il riconoscimento dello status di rifugiato.
Al sig. Prefetto di Agrigento
Palermo/Agrigento, 20.01.2009
La recente decisione del ministro Maroni di trasferire a Lampedusa la Commissione territoriale per il riconoscimento dello status di rifugiato, già insediata a Trapani, e di trattenere nell’isola pelagica tutti i migranti che vi arrivano o che sono soccorsi da mezzi militari italiani nel Canale di Sicilia, crea le condizioni per gravi violazioni del diritto interno, del diritto comunitario e del diritto internazionale. La decisione del Ministro dell’Interno rischia di privare i migranti che ricevono un diniego, o coloro che potrebbero impugnare un provvedimento di allontanamento forzato, di qualsiasi possibilità di difesa, tenendo conto del fatto che in quell’isola non esiste né un ufficio giudiziario né tantomeno una Questura o una Prefettura.
I ricorsi contro i provvedimenti di diniego, di trattenimento o di allontanamento forzato, disposti a carico di immigrati trattenuti a Lampedusa, dovrebbero essere impugnati davanti al Tribunale ordinario o al Tribunale amministrativo di Palermo entro termini assai brevi e perentori. Se poi il ministro Maroni intende ( e riuscirà a) dare corso a quanto annunciato, cioè che le persone giunte irregolarmente a Lampedusa saranno immediatamente rimpatriate verso i paesi di origine, e se verrà messo in esecuzione l’accordo con la Libia, probabilmente anche verso i paesi di transito, il diritto di difesa dei migranti irregolari e dei richiedenti asilo rischia di restare carta straccia.
Se per effetto delle nuove prassi amministrative vi saranno violazioni di legge o di convenzioni internazionali, quando queste potranno essere individuate, interverranno i giudici nazionali e gli organi di governo dell’Unione Europea, la Commissione Europea ed il Comitato per la prevenzione della tortura e dei trattamenti inumani e degradanti del Consiglio di Europa.
Si potranno negare violentemente i diritti fondamentali dei migranti sulla terraferma, si potrà considerare un’isola come un luogo extraterritoriale al di fuori del diritto, ma il filo spinato e gli altri segni esteriori di una frontiera, evidentemente, non si possono certo installare nelle acque del Canale di Sicilia, come non si può considerare effettivo il diritto di ricorso quando manchi un tribunale dove questo possa essere fatto valere.
Su questi temi chiediamo si possa aprire un confronto, tra la Prefettura di Agrigento e una rappresentanza dell’associazionismo che da anni è impegnato nella tutela dei diritti umani, sulla situazione di emergenza umanitaria che da settimane, e ancora negli ultimi giorni con una gravità senza precedenti, è ormai esplosa a Lampedusa.
Chiediamo al Prefetto di Agrigento di ricevere in delegazione composta da rappresentanti dell’ASGI ( Associazione studi giuridici sull’immigrazione) dai Giuristi Democratici e dalla CGIL, in un incontro ufficiale da fissare urgentemente nei prossimi giorni.
ASGI Sicilia
Giuristi Democratici - Palermo
CGIL Agrigento