Sessione su
- Illegalità della guerra in Iraq ed i crimini commessi
- Violazioni delle norme internazionali e costituzionali
Roma
Palazzo Marini
Via del Pozzetto
17 Dicembre 2004
Non vi sono dubbi sull'illegalità della guerra americana contro l'Irak e della perdurante occupazione del territorio iracheno. Il Segretario delle Nazioni Unite, Kofi Annan, la dottrina più qualificata del diritto internazionale e i milioni di persone che si sono mobilitate contro la guerra in tutto il mondo concordano su tale giudizio.
Occorre tuttavia andare più in là. Non si è trattato solo di una guerra illegittima, ma di una violazione grave del diritto internazionale e della Carta delle Nazioni Unite e di un vero e proprio crimine internazionale, il peggiore tra tali crimini, l'aggressione, che continua oggi con l'occupazione, lo sfruttamento delle risorse naturali, il sostegno al governo fantoccio e le migliaia di singoli crimini di guerra e contro l'umanità.
Centomila iracheni e più sono stati uccisi nel corso di tale guerra, sono state violate le norme fondamentali delle Convenzioni di Ginevra sul diritto bellico umanitario, con il ricorso ad armi vietate (bombe a frammentazione, uranio impoverito, bombardamenti indiscriminati), l'uccisione mirata di giornalisti e altri testimoni scomodi, la distruzione sistematica di ogni
infrastruttura civile, la pratica generalizzata dell'incarcerazione senza processo e della tortura.
Il movimento della pace che ha mobilitato milioni di persone in tutto il mondo deve oggi continuare la propria battaglia affinché questi crimini non restino impuniti e i responsabili siano chiamati a risponderne. Le strutture giudiziarie a disposizione della comunità internazionale si rivelano tuttavia del tutto insufficienti a tale scopo: la Corte penale internazionale, boicottata dagli Stati Uniti, non può ancora processare i responsabili del crimine di aggressione, i tribunali interni appaiono eccessivamente timidi e impacciati, come pure la Corte internazionale di giustizia che pure ha preso recentemente posizione in termini efficaci sulla questione dell'occupazione israeliana dei territori palestinesi e del muro.
Il Tribunale mondiale sull'Iraq intende contribuire a colmare questa grave lacuna sotto il profilo della crescita di consapevolezza dell'opinione pubblica. Esso non costituisce ovviamente una sede giudiziaria formale ma piuttosto uno strumento del movimento contro la guerra che intende affermare i suoi obiettivi di pace, di giustizia e di garanzia dei diritti umani fondamentali, rafforzando la consapevolezza del disvalore politico e sociale di ogni politica che pretenda di svincolarsi dal rispetto dei principi del
diritto internazionale, patrimonio comune dell'umanità.
In Italia il Tribunale assume un significato particolare, dato il coinvolgimento del governo Berlusconi nell'occupazione e la gravissima violazione, in tal modo consumata, dell'art. 11 della Costituzione. Non mancano inoltre, purtroppo, episodi che configurano veri e propri crimini internazionali imputabili al contingente italiano, dall'uso eccessivo della forza in occasione dello scontro ai ponti di Nassiriya, alla consegna di prigionieri iracheni senza garanzie sul loro trattamento, all'apertura del fuoco contro un'ambulanza documentato dalla stampa internazionale. Si tratta di episodi tutto sommato minori nel contesto di una guerra di tale gravità e
impatto disumano, ma che tuttavia vanno rilevati e denunciati, sottolineando soprattutto le responsabilità politiche che fanno capo all'attuale Ministro della difesa, Martino e a tutta la compagine governativa.
Programma dell'iniziativa
Mattina h. 10 - 13,30:
Presiede on. Silvana Pisa
Introduzione: Fabio Marcelli
Presentazione di testimonianze dall'Iraq
Interventi di
Raniero La Valle
Mario Lana
Giovanni Franzoni
Lidia Menapace
Dibattito
Pomeriggio h. 15 -19
Presiede sen. Francesco Martone
Interventi di
Domenico Gallo
On. Giulietto Chiesa
Jayan Nayar
Prof. Ugo Villani
Tavola rotonda:
"La guerra in Irak è un errore o un orrore?", ne discutono
On. Paolo Cento, On. Maura Cossutta, On. Elettra Deiana, On. Marco Minniti, sen. Tana De Zulueta, un esponente della Margherita
Conclusioni e lettura di una dichiarazione finale.