Comunicato stampa sul progetto di introdurre il reato di immigrazione clandestina nel nostro ordinamento.
Con le norme contenute nel cosiddetto “pacchetto sicurezza” il governo crea nuovi reati e nuove aggravanti per gli stranieri e introduce ostacoli al ricongiungimento familiare e alla permanenza di chi ha richiesto l’asilo politico. Contraddice persino la politica non certo progressista dell’Unione Europea, che, pur mettendo in primo piano la volontà di prevenire e reprimere l’immigrazione illegale, chiede allo stesso tempo agli Stati membri di agevolare l’inserimento degli immigrati regolari, il loro diritto all’unione familiare, il loro pieno diritto d’asilo.
Il reato di “immigrazione clandestina” è un vero e proprio tragico paradosso.
Da un lato l’Italia da anni ostacola gli ingressi legali, spinge di fatto i migranti nelle mani dei trafficanti di uomini, chiude un occhio nei confronti di chi utilizza il lavoro nero degli stranieri senza permesso, e dall’altro lato costringe gli stranieri irregolari a partecipare all’ipocrita lotteria dei “decreti flussi” per sanare la propria posizione (e si sa bene che il 90% delle domande riguardano stranieri che già vivono e lavorano in Italia e non, come prevede la legge, che stanno nei loro paesi) e, da domani, li costringe a cercare di diventare ancora più clandestini per evitare il carcere.
Il reato di “immigrazione clandestina” secondo qualcuno, giustamente, è solo propaganda. Propaganda sì, ma tragica.
E’ propaganda perché lo straniero che intende o è costretto a migrare, non è spaventato dal carcere (già oggi rischia la vita attraversando deserti e mari o facendosi trasportare dentro a intercapedini in un camion). E’ propaganda perché non è con gli arresti che si allontana lo straniero senza permesso di soggiorno e lo sappiamo bene noi che da anni vediamo ogni mattina le inutili e costose udienze direttissime celebrate contro chi non ha ottemperato all’ordine del Questore di allontanarsi dall’Italia. E’ tragica propaganda perché sottrae tempo, mezzi e denaro alle forze dell’ordine e alla magistratura, costretti ad occuparsi di marginalità e non di delitti. E’ tragica propaganda perché renderà ingovernabili le carceri. E’ tragica propaganda perché si abbatterà sulla pelle di quegli uomini e di quelle donne a cui la stessa Italia ha reso impossibile l’ingresso legale con una legge che pretende che lo straniero entri legalmente in Italia solo quando un datore di lavoro, che per la legge non lo conosce e non l’ha mai visto, faccia richiesta proprio di lui.
I Giuristi Democratici invieranno nei prossimi giorni un dettagliato appello ai parlamentari perché le norme del cosiddetto “pacchetto sicurezza” non siano in contrasto con quanto previsto dalla nostra Costituzione, dai trattati internazionali e dalle ripetute pronunce della Corte Costituzionale, che anche recentemente ha avvertito con la sentenza 22 del 2007 che la legislazione italiana sugli stranieri “presenta squilibri, sproporzioni e disarmonie, tali da rendere problematica la verifica di compatibilità con i principi costituzionali di uguaglianza e di proporzionalità della pena e con la finalità rieducativa della stessa”.
03 giugno 2008
Associazione Nazionale Giuristi Democratici