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I Giuristi Democratici avevano raccolto centinaia di firme che chiedevano il rispetto dei diritti umani nel caso Hanefi, il collaboratore di Emercgency arrestato in Afghanistan, e stavano promuovendo un ulteriore raccolta.
La liberazione di Hanefi è fonte di enorme soddisfazione e qui pubblichiamo il nostro comunicato e l'appello che avevamo lanciato.
Liberato Rahmatullah Hanefi
L'Associazione Giuristi Democratici esprime enorme soddisfazione nell'appredere la notizia che le autorità afgane hanno finalmente liberato R. Hanefi, illegittimamente detenuto da oltre due mesi.
I Giuristi Democratici proprio in questi giorni avevano promosso la sottoscrizione di un Appello per il rispetto dei Diritti dell'Uomo e dell'Imputato Hanefi, rivolto sia al Governo Afgano che ai Governi ed ai Parlamenti dei paesi democratici ed alla Organizzazione della
Nazioni Unite, e colgono l'occasione per ringraziare le centinaia di persone (per lo più Magistrati, Avvocati, Docenti universitari, Intellettuali, Parlamentari e rappresentanti delle istituzioni) che nel giro di pochissimi giorni hanno sottoscritto l'Appello e ne hanno
favorito la circolazione in una commovente catena di solidarietà.
I Giuristi Democratici ribadiscono, anche all'esito relativamente favorevole della vicenda Hanefi, la necessità di non abbassare mai il livello di guardia sul tema del rispetto dei Diritti dell'Uomo e degli Imputati, anche quando la difesa di questi diritti trova ostacoli in ragioni di opportunità politica e/o economica.
Infine, i Giuristi Democratici si augurano che la liberazione di R. Hanefi possa rappresentare l'inizio di un processo che permetta all'Organizzazione Umanitaria Emergency di tornare a svolgere il suo prezioso lavoro in
Afghanistan e che le istituzioni italiane ed europee si adoperino conseguentemente in questa direzione.
16 giugno 2007
Associazione Nazionale Giuristi Democratici
Pubblicato da Redazione 18-06-2007 09:05
I sottoscritti avvocati, magistrati, docenti e studenti universitari, operatori del diritto, rappresentanti delle istituzioni e semplici cittadini,
esprimono enorme preoccupazione per le sorti di Rahmatullah Hanefi, cittadino afgano collaboratore dell'organizzazione umanitaria Emergency, detenuto in isolamento da oltre due mesi nelle carceri afgane senza alcuna accusa formale e senza l'assistenza di un legale;
esprimono, altresì, profonda costernazione nell'apprendere dalla stampa che secondo i servizi di sicurezza afgani, responsabili dell'arresto e della detenzione di Rahmatullah Hanefi, questi potrebbe essere assoggettato ad un procedimento per il quale è esclusa l'assistenza di difensori e per una accusa per la quale è prevista la pena capitale.
Chiedono a tutti i Parlamenti ed i Governi dei paesi democratici ed alla Organizzazione delle Nazioni Unite di attivarsi presso le autorità statali afgane con tutti gli strumenti di pressione leciti affinché queste nel procedimento a carico di Rahmatullah Hanefi interrompano immediatamente le pratiche illegali ed inumane e si attengano al rispetto dei diritti dell'uomo, riconosciuti dalla stessa Costituzione Afgana, ed in particolare al rispetto dei diritti dell'imputato così come sanciti dall'art.14 dei Patti internazionali sui diritti dell'Uomo - Patto internazionale sui diritti civili e politici - adottati dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 16 dicembre 1966 - dove, tra l'altro, è stabilito che:
"1. Tutti sono eguali dinanzi ai tribunali e alle corti di giustizia. Ogni individuo ha diritto ad un'equa e pubblica udienza dinanzi a un tribunale competente, indipendente e imparziale, (...)
2. Ogni individuo accusato di un reato ha il diritto di essere presunto innocente sino a che la sua colpevolezza non sia stata provata legalmente
3. Ogni individuo accusato di un reato ha diritto, in posizione di piena eguaglianza, come minimo, alle seguenti garanzie: a) ad essere informato sollecitamente e in modo circostanziato, in una lingua a lui comprensibile, della natura e dei motivi dell'accusa a lui rivolta; b) a disporre del tempo e dei mezzi necessari alla preparazione della difesa ed a comunicare con un difensore di sua scelta; c) ad essere giudicato senza ingiustificato ritardo; d) ad essere presente al processo ed a difendersi personalmente o mediante un difensore di sua scelta;( ... ); e) a interrogare o far interrogare i testimoni a carico e ad ottenere la citazione e l'interrogatorio dei testimoni a discarico nelle stesse condizioni dei testimoni a carico; f) a farsi assistere gratuitamente da un interprete, nel caso egli non comprenda o non parli la lingua usata in udienza; g) a non essere costretto a deporre contro se stesso od a confessarsi colpevole.
4. (...) 5. Ogni individuo condannato per un reato ha diritto a che l'accertamento della sua colpevolezza e la condanna siano riesaminati da un tribunale di seconda istanza in conformità della legge."
I sottoscrittori del presente appello chiedono, infine, al Governo Afgano, che il procedimento a carico di Rahmatullah Hanefi, dato lo status dell'imputato, collaboratore di una organizzazione umanitaria internazionale e le peculiari circostanze nelle quali sono avvenuti il suo arresto e la sua detenzione, avvenga con la partecipazione di Osservatori Internazionali.