Comunicato stampa 13.10.2003 di Giuristi Democratici e ASGi Bologna sulla violazione del diritto ai colloqui per gli stranieri trattenuti nel Centro di Permanenza Temporanea di Bologna
Per i parenti degli stranieri trattenuti nel Centro di Permanenza Temporanea di via Mattei a Bologna è impossibile avere colloqui con il trattenuto.
A Bologna gli stranieri trattenuti in attesa di espulsione non hanno nemmeno i diritti di cui godono i detenuti.
Il parente di un detenuto ottiene normalmente il permesso di colloquio in poche ore, il parente dello straniero trattenuto a Bologna non riesce ad ottenerlo prima di una quindicina di giorni. Nel frattempo, magari, lo straniero è già stato espulso.
Per ottenere l'autorizzazione a un colloquio lo straniero "recluso" nel CPT deve fare una domanda che viene inoltrata alla Prefettura, dove devono essere inoltrate anche le copie dei documenti del parente. La Prefettura non risponde se non dopo almeno quindici giorni. Se il parente dello straniero si presenta in Prefettura per sollecitare l'autorizzazione non gli viene nemmeno concessa il permesso ad accedere all'ufficio competente.
Tutto ciò avviene in aperta violazione della "Carta dei diritti e dei doveri" per il trattenimento della persona ospitata nei centri di permanenza temporanea, emanata il 30.08.2000 dal Ministero dell'Interno che prevede al punto 2 lettera l) che l'autorizzazione al colloquio debba essere rilasciata o negata entro 48 ore dalla ricezione dell'istanza.
La violazione di questa direttiva è una palese discriminazione nei confronti di cittadini stranieri che si trovano, in molti casi, trattenuti non perchè hanno commesso reati, ma semplicemente perchè non in regola con il permesso di soggiorno. Una discriminazione ancora più odiosa perchè messa in atto proprio dalle pubbliche istituzioni.
Bologna, 13 ottobre 2003
Giuristi Democratici - Bologna
Associazione per gli Studi Giuridici sull'immigrazione - Bologna