Comunicato critico del Coordinamento. 7 maggio 2003
Il Coordinamento Nazionale Giuristi Democratici
considerato
che la Giunta dell'Unione delle Camere penali ha deliberato l'astensione dalle
udienze e dalle altre attività giudiziarie per i giorni 19,20,21 maggio 2003
con possibilità di ulteriori giorni cinque di astensione nel mese di giugno;
che le ragioni evidenziate dall'Unione delle Camere penali sono in buona misura
condivisibili, in particolare laddove si lamenta la strumentalità ed
insufficienza di interventi normativi spesso rivolti a rassicurare l'opinione
pubblica, anche in contrasto con il dettato costituzionale ( come è di recente
successo con il d.l. n. 28/2003 recante disposizioni urgenti per contrastare i
fenomeni di violenza in occasione di competizioni sportive ) e la necessità di
affrontare in modo complessivo una reale riforma del sistema giustizia;
che in effetti appare necessario che tutti i soggetti interessati si rendano
davvero conto della situazione di degrado in cui versa lo stato della giustizia
italiana, carente sotto il profilo dei mezzi, che vengono di continuo
ridimensionati, mancante del numero dei magistrati e del personale necessario
affinchè l'attività giudiziaria possa svolgersi in condizione di normalità,
nonchè di un controllo penetrante della professionalità di magistrati,
avvocati e funzionari;
che però non può più tacersi come il tema della realizzazione di un processo
giusto, con effettive garanzie di difesa, da svolgersi in dibattimento, sia
appannaggio di pochi, provvisti di risorse economiche, e come in realtà per la
maggior parte degli imputati la definizione dei processi avvenga fuori dalle
regole del contraddittorio e dell'oralità attraverso il massiccio ricorso ai
riti alternativi, con incidenza sull'effettività del modello accusatorio a cui
il processo penale si ispira;
che a fronte anche di riforme che hanno accentuato i poteri inquisitori del
giudice nella fase delle indagini e dell'udienza preliminari è necessario
riflettere, con onestà intellettuale, su quale modello di processo sia stato
realizzato in concreto;
che inoltre non può tacersi come normative sciagurate, sotto il profilo dei
principi e degli effetti, come la legge Boss-Fini, mai citata dall'Unione,
abbia incrementato a dismisura il numero dei processi, e ancor prima degli
arresti, con un impiego sproporzionato di risorse per reprimere fatti al più
di modesto disvalore sociale;
che ancora non può più ignorarsi la stringente necessità di affrontare il tema
delle condizioni della popolazione detenuta, il cui incremento è inarrestabile,
nonchè il venir meno del principio rieducativo della pena previsto dall'art.27
Cost. per migliaia di migranti;
che inoltre l'attuale sistema giustizia, per il modificarsi continuo di
norme anche sul piano sostanziale, sembra orientato solo a colpire la
marginalità sociale e a non tutelare beni di effettiva rilevanza collettiva (
salute, ambiente, ecc. );
che del tutto assente è la considerazione delle persone offese e la ricerca di
mezzi di soddisfacimento delle ragioni delle stesse;
che il tema della scelta tra separazione delle carriere e seria separazione
delle funzioni tra giudice e p.m., tema pure da affrontare, non può continuare
ad essere presentato come la causa dell'attuale situazione, perchè ingenera il
sospetto di poter essere strumento di forti ragioni politiche che nulla hanno
a che vedere con il giusto processo;
che peraltro la ventilata riforma del codice di rito ( progetto Pittelli ed
altri ) appare ispirata a ragioni davvero altre rispetto all'obiettivo di
miglior funzionamento del sistema giustizia, così come è successo in tema di
rogatorie, istituto della rimessione, ecc., il che alimenta un clima di forte
preoccupazione in buona parte dell'opinione pubblica ed anche dell'avvocatura
rilevato
che il ricorso, ancora una volta, allo strumento dell'astensione, appare
incongruo rispetto alla situazione già difficile come sopra descritta, e
peraltro non comprensibile dall'opinione pubblica e foriero di altre inutili
divisioni;
che è necessario avviare, come auspicato anche dall'Unione Camere penali, un
confronto autentico e serrato sui grandi temi della giustizia, che coinvolga
tutte le realtà interessate
dichiara
di non aderire alla forma di protesta dell'astensione dalle udienze, ma
ribadisce la disponibilità dei propri aderenti a proseguire nell'attività di
riflessione , proposta e partecipazione a tutte le iniziative di confronto
sui temi individuati e nella ricerca di strumenti alternativi e di superamento
dell'astensione dalle udienze.
Coordinamento Nazionale Giuristi Democratici