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 Assemblea nazionale - giugno 2000

Pubblicato da Redazione 01-01-2002 18:55
:: Associazione
 

Nell'allegato la lettera di convocazione dell'assemblea nazionale che si è tenuta il 2 e 3 giugno 2000 a Bologna

Documento allegato 60.8 kB application/pdf

Si è tenuta a Torino il 7/4 u.s. la prima riunione di coordinamento tra associazioni giuridiche democratiche; per impegni sorti all'ultimo momento, molte realtà associative non hanno potuto essere presenti, pur facendo pervenire la loro adesione di massima all'ipotesi di lavoro; qui di seguito troverete tracciate alcune linee-guida che sono emerse dal dibattito e che ci paiono utili per proseguire la discussione.
Le ragioni del tentativo di mettere in piedi un coordinamento tra varie associazioni stanno nella presa d'atto che, in questo momento, non vi è alcuna forza che porti avanti un disegno o proposte di "sinistra" nel settore Giustizia, anzi, la sinistra al governo ha, nel suo schizofrenico agitarsi per produrre il "nuovo", finito per rendere più evidente la mancanza di un disegno complessivo o, se si vuole essere più maligni, la presenza di un disegno di degiurisdizionalizzazione della giustizia che è tutto fuorchè una proposta di sinistra.
E per noi che siamo nati, o siamo risorti, sull'onda della nausea insorta dopo la vittoria di Berlusconi nel 1994, proprio per esprimere, in tutte le sedi, anche nel settore giudiziario, l'avversione verso un certo modo di fare politica, è inaccettabile che la sinistra non sia riuscita, in questi anni, a portare avanti un discorso propositivo concreto sulla giustizia, anzi, abbia lasciato completamente l'iniziativa nelle mani della destra, che ha finito per impadronirsi del concetto di garantismo, che era sempre stato un fiore all'occhiello della sinistra.
La quantità di lavoro che ci sarebbe da svolgere richiede, a nostro avviso, di coalizzare le forze in vista del raggiungimento quantomeno di un risultato minimo, che potrebbe consistere nel riproporre, ai giovani che si avvicinano alla professione, ma anche, più in generale alla società, l'idea che sia possibile essere e fare l'avvocato diversamente dagli stereotipi oggi imperanti.
Per fare ciò, è necessario discutere tra noi se siamo d'accordo con questo approccio al problema e se riusciamo insieme a definire, sia pure per linee generali, che cosa significhi essere un avvocato di sinistra.
Riteniamo che, pur tenendo conto delle profonde modificazioni che sta subendo la nostra società, si possa ancora, ed abbia senso, parlare di avvocato di sinistra, con ciò volendo significare l'avvocato che si batte per la tutela, innanzi tutto, del diritto di uguaglianza tra tutti i cittadini, e, conseguentemente, per la tutela dei diritti in maniera uguale per tutti, attraverso un meccanismo di regole anch'esse uguali per tutti ed immutabili di fronte a situazioni diverse.
Da una simile impostazione deriva che, poiché appare evidente che vi sono alcuni settori della società che non hanno la possibilità di ottenere tutela piena dei loro diritti, la principale battaglia che deve combattere un avvocato di sinistra è quella difesa dei non abbienti ed in generale della parte debole della società.
....... (continua nell'allegato)